Che piacere che dà un cucchiaino di zucchero a rendere più dolce un caffè, un succo, una limonata. Per il dolce della vita, invece, servirebbe un sorriso, una carezza, una telefonata, un abbraccio… Ma il cucchiaino nello zucchero del cuore…. come è difficile intingerlo.
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Avvento/4 – Le monetine
Da ogni viaggio all’estero avevo l’abitudine di riportare monete del Paese visitato. Ne ho ritrovate una manciata: sono dell’India, Portogallo, Russia, Israele, Austria. Finite in una scatolina, inservibili, di alcun valore. E mi pento di averle portate indietro: avrei potuto lasciarle al mendicante fuori dall’aeroporto, ma non come la vedova che offrì due monete ed era tutto quello che aveva (a noi non manca niente) ma come gesto di condivisione, per dire: amico mio, ti ho visto, non passo oltre, ho visto il tuo bisogno. Piuttosto che guardare solo il mio “bisogno” di uno stupido souvenir.
Avvento/3 – Controcorrente (per non galleggiare)
Non so se avete mai provato a nuotare controcorrente: è difficilissimo, ma poi che pienezza quando arrivi alla boa. Eppure è proprio controcorrente che dobbiamo andare. Lasciamo invece perdere l’acqua cheta, come quella di questa foto, che poi ristagna e ci galleggi appena. Mentre la nostra vita non può essere un galleggiare.
Avvento/2 – Quelle inutili attese
Avvento = Tempo di attesa. E ripenso a tutte le volte che ho aspettato un treno, un autobus, un aereo, spesso in ritardo. E io lì spazientito, imprecante. Tutto tempo sprecato: avrei potuto chiamare un amico lontano, un genitore, un anziano solo, oppure “impiegare” quel tempo con una preghiera. Perché poi il tempo perso non è mai così perso.
Avvento/1 – Non è il tempo della fretta
E’ tardi, ho da fare (abbiamo sempre da fare), ma il pensiero corre veloce alla Giornata pro orantibus, voluta dalla Chiesa per le claustrali. Ma è tardi, ho fretta. E di fretta – sui social della diocesi di Anagni-Alatri per cui curo le comunicazioni sociali – metto giusto un post per ricordare la Giornata e invitare a pregare per loro. Clicco, va in Rete, ma ho fretta e non riesco a scrivere altro. In poche ore, però, quei post fanno oltre tremila “mi piace” – molto più di tanti articoli “pensati” – con tanti pensieri, cuoricini, richieste e offerte di preghiere, di persone che sentono le monache di clausura vicine e che evidentemente hanno meno fretta di me. Che devo averne meno, perché l’Avvento non è il tempo della fretta.
(nella foto: la Badessa e una novizia del monastero Benedettino di Alatri)