La pandemia ha fatto calare anche i donatori di sangue. Non siamo ancora all’emergenza, ma la guardia va tenuta alta e serve una strategia. L’appello di Farmindustria. Oggi su Avvenire.
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Alfredino e quella tragedia che ha cambiato l’Italia
Quarant’anni fa la tragedia di Alfredino e la lezione che abbiamo imparato, con la nascita della Protezione civile ma anche della tv del dolore. Oggi su Avvenire la ricostruzione del lungo e farraginoso iter che portò proprio alla Protezione civile e un’intervista a Piero Badaloni, che per il Tg1 condusse le 60 ore di diretta da Vermicino.
La sanità del futuro, dialogo Brusaferro-Sorrentino
Expo Dubai e Africa, opportunità per l’Italia
Il Lazio punta sulla canapa
Cultura e fede si può: un Centro per gli universitari
Quando i giornali erano giornaloni
Su Avvenire di oggi, nella sua rubrica del sabato, Gianni Gennari ricorda padre Virginio Rotondi: per me un tuffo al cuore di una quarantina d’anni, quando i giornali erano giornaloni. In tutti i sensi erano giornaloni: per i contenuti (lì trovavi tutto, mica esisteva internet, e anche rispetto ai tg, limitati a pochi canali), per il formato. Già, erano grandi, enormi, quando li dispiegavi, non bastava il divano buono di casa o il tavolo della cucina. E amavo perdermi in quelle pagine. Allora – 40-45 anni fa – a casa entrava Il Tempo: lo leggeva papà, ma poi lo ritrovavo anche nelle lunghe estati a casa degli zii a Ceprano. Era un giornalone, davvero, anche e soprattutto per le firme. E io correvo a leggere – mi pare fosse a pagina 2 – la rubrica di padre Rotondi, “Così, semplicemente”. Un giorno, presa carta e penna, gli scrissi anche. Tanti anni dopo, ci incontrammo per caso, gli dissi di quella lettera e lui si ricordava bene di quel ragazzino che aveva scritto a mano; l’aveva anche messa in pagina, ma poi il giornale non uscì per uno sciopero; la lettera, mi disse, era piaciuta anche al direttore di allora – per me l’altrettanto mitico Gianni Letta – ma poi non riuscirono a pubblicarla perché presi da altre urgenze. Ma sono rimasto sempre grato a padre Rotondi per quell’attenzione. E a quei giornaloni, d’altri tempi, ma di un tempo per crescere.
Uomo di varietà. E di varie età
Claudio Baglioni ha presentato l’opera-concerto “In questa storia che è la mia”, uno spettacolo senza precedenti, con 188 artisti. Una ripartenza vera per la musica che si fonde con il teatro, la danza, il cinema, arti e mestieri vari. Perché <un artista deve essere anche un artefice, far accadere qualcosa>. E Baglioni in questo show fa accadere tanto, praticamente tutta una vita da artista di varietà. E di varie età. Qui il link per leggere il mio articolo su www.avvenire.it
https://www.avvenire.it/agora/pagine/claudioclaudio