Si chiama “Tullia” ed è la stella scoperta dal 15enne Alessandro Leone e dai suoi coetanei del liceo classico di Arpino (Frosinone). Oggi su Avvenire, nella rubrica <Dulcis in fundo>.
Leone XIII, non solo “Rerum Novarum”
Giovedì 11 aprile a Carpineto Romano si terrà un convegno sulla figura di Leone XIII, il papa dell’enciclica sociale “Rerum Novarum”, ma non solo, – visto – e se ne parlerà a Carpineto – l’influenza che ebbe ad esempio su don Sturzo. Oggi su Lazio Sette, l’inserto di Avvenire, la presentazione del convegno.
Obiezione di coscienza, libertà in gioco
Alberi da adottare e Creato che risplende
Quel gioiello chiamato Anagni
Quella “rivoluzione” chiamata tenerezza
Don Sturzo, oggi
Nel giardino dei poeti
Questa mia povera poesia è stata scelta, assieme ad altre 14, tra le circa 250 provenienti da tutta Italia e da oggi è incastonata nel Giardino dei poeti, nello spazio della parrocchia di Santa Maria Goretti, nella mia città di Frosinone.
Sarò pure presuntuoso – e chiedo venia – ma oggi mi è stata regalata una piccola grande gioia.
La Croce (come una preghiera)
La Croce
prova a raddrizzare
il legno storto che ho dentro,
di uomo e solo uomo.
Sotto la tua Croce…, cantavano
quei giovani che mai ho incontrato
nei passi confusi,
di uomo e solo uomo.
Sta ferma, mentre il mondo gira:
la Croce. Ho letto così
su un muro, preghiera inespressa,
di uomo e solo uomo.
Tu, o Croce,
prova a raddrizzare
ogni cosa.
E poi a soddisfare
fame e sete
di uomo, non più solo uomo.
Missione, casa nostra
L’editoriale del numero di marzo 2019 di “Anagni-Alatri Uno”, mensile della diocesi.
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Una Chiesa o è missionaria o non è. Non ricordo l’autore di una tale affermazione, molto perentoria ma, forse, neppure esatta fino in fondo, perché una Chiesa – intesa come comunità di credenti – è tante altre “cose”. E tutte insieme, con un valore mai disgiunto dall’altro. Ma senza dubbio la missionarietà è centrale in ogni impegno di fede. E allora la nostra Chiesa di Anagni-Alatri è davvero “al centro”, come dimostra quanto accaduto pochi giorni fa in Etiopia, con la benedizione di una chiesa dedicata alla Santissima Trinità, laddove presta servizio pastorale don Peppe Ghirelli, sacerdote fidei donum di questa diocesi, inviato tra i fratelli d’Africa. In quella terra tra le più povere della povera Etiopia, don Alberto Ponzi, don Francesco Frusone e don Pierluigi Nardi (come raccontiamo da pagina 4) non hanno portato solo una bella maiolica con l’immagine della Trinità, ma tutta la vicinanza di questa Chiesa di Anagni-Alatri, che proseguirà anche al ritorno in Italia, tra qualche mese, di don Peppe, e che trova un’altra pratica vicinanza destinando a quella Chiesa le offerte della nostra Quaresima di carità.
Una Quaresima, come sottolinea il vescovo Lorenzo Loppa nella lettera ai fedeli che pubblichiamo alle pagine 2 e 3, che deve essere <segno sacramentale della nostra conversione>, perché <ci aiuti a “fare Pasqua”, a restituire piena luce al nostro volto e al nostro cuore. Cosicché potremo coinvolgere tutta la creazione a uscire “dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria da figli di Dio. Dal “travaglio” e dalla Pasqua del nostro cuore alla Pasqua di tutto il creato. Gli elementi di questo catecumenato spirituale, che fa brillare di più la nostra responsabilità di battezzati e trasfigura la nostra esistenza, sono: il digiuno, la preghiera e l’elemosina>.
Ecco dunque l’ulteriore invito per prepararci al meglio a questa Pasqua: arrivare all’elemosina – e dunque alla carità che è una delle più grandi espressioni della missionarietà – passando anche attraverso <il digiuno, per provare – ricorda ancora il vescovo Loppa – la fame di Dio in solidarietà con gli altri e per superare la tentazione di “divorare” tutto cedendo ai propri appetiti>. E attraverso <la preghiera, per imparare il mondo secondo Dio, rinunciando al nostro io per crescere nella coscienza di figli e figlie, fratelli e sorelle>.