Bastano un campo e un pallone da basket per far felici dei bambini d’Africa. E’ quello che succede in Ruanda, grazie alla solidarietà della gente di Ciociaria e all’azione della diocesi di Frosinone. Oggi provo a raccontare questa storia su Avvenire, nella bella rubrica sull’ultima pagina “Dulcis in fundo”.
I Conte senza l’oste
Prossima fermata, la vita
Chiesa italiana sempre missionaria
Quelli che ce la fanno
Tutto il buono dei prodotti italiani
Guardato dalla Croce
Perché “Povera voce”
Qualcuno, tra i non tantissimi ma bastevoli e necessari, degli amici di questo blog mi chiede come mai ho chiamato “Povera voce” questa sezione, che ha la pretesa di porre delle riflessioni, dei pensieri religiosi, financo spirituali.
E’ il titolo di una canzone, bellissima, struggente, che scava dentro e che ho imparato frequentando, oramai da tempo, la comunità ciellina della mia città, la scuola di comunità, le vacanze estive.
E me le ritrovo, queste parole della canzone, proprio ogni volta che ho bisogno di sentirle, di farmi cullare anche dalla nenia della sua musica.
La canzone fa così:
Povera voce, di un uomo che non c´é
La nostra voce se non ha piú un perché
Deve gridare, deve implorare
Che il destino della vita non abbia fine
Poi deve cantare perché la vita c´é
Tutta la vita chiede L´Eternitá
Non puó morire, non puó finire,
La nostra voce che la vita chiede all´Amor
Non é povera voce di un uomo che non c´é,
La nostra voce canta con un perché.
Se (ogni tanto) il giorno non tramonta…
Non succede tutti i giorni, perché ogni giorno tante, troppe sono le nostre debolezze.
Però ogni tanto accade che il tramonto di una giornata contenga più luci che ombre, che la notte arrivi ma senza avvolgere ogni cosa, che un pezzetto di cuore riesca a sorridere e a farsi notare anche al buio.
Allora ti viene voglia di gridarla questa serenità, anticamera della felicità. Ti viene voglia di abbracciare tutto il mondo. Ma hai solo le tue povere braccia, che non ce la fanno a stringere tutto, tutti. Per questo provi comunque a levare al Cielo una preghiera.
Quella sola preghiera che vorresti sempre ripetere.
Perché ringrazia, senza nulla chiedere.
(mia foto del luglio 2017, isola della Grecia)
Anche un quadro contro le mafie
Anche un quadro del Caravaggio, rubato 50 anni fa a Palermo, può servire per combattere la mafia, per far comprendere la Bellezza.
Se ne è parlato ieri a Roma, grazie a una iniziativa del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale e di “Michelangelo for justice”. Provo a scriverne oggi su Avvenire.