Il cantante Nek e la sua esperienza missionaria in Brasile, con Nuovi Orizzonti, in un mio articolo sull’Osservatore Romano
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Nessuna pandemia fermerà la forza del Risorto
Nel silenzio
di questa Quaresima –
Sabato Santo: il silenzio. Ma ho provato a far silenzio anche ieri, Venerdì Santo, sotto la Croce. E a maggior ragione lo farò domani, Pasqua, vittoria della gioia. Ecco perché mi fermo qui in questi piccoli pensieri di Quaresima: per cercare di fare Quaresima ogni giorno, anche oltre Pasqua, nel silenzio.
Spezzare il pane (per dire: ti voglio bene)
di questa Quaresima –
“Ne vuoi un pezzo?”. Quante volte abbiamo ripetuto questa domanda, noi con un pezzo di pane in mano, l’amico davanti a mani vuote. Non è mai stato un gesto per sfamare l’altro (che semplicemente non aveva un panino a portata di mano) ma per dirgli: ecco, ti voglio bene, ti faccio parte del mio pane perché ti voglio bene, perché sei importante per me.
Anche i discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nello spezzare il pane. No, non dobbiamo avere la stessa presunzione, per carità. Ma spezzare il pane per l’amico, dirgli: ti voglio bene, questo sì che si più fare.
Speranza di felicità
di questa Quaresima –
Nel film-capolavoro “Uomini di Dio”, una ragazza musulmana chiede al vecchio frate medico padre Luc di spiegarle come si capisce quando arriva l’amore. E il monaco trappista le racconta di un qualcosa che prende dentro, di una felicità improvvisa, ma poi precisa: “E’ speranza di felicità”.
Ecco, è questa la speranza di cui abbiamo bisogno oggi e nei tempi a venire. Forse l’unica speranza che è lì ad aspettarci, per non deluderci mai. Proprio come la felicità.
Dove siete finiti tutti?
di questa Quaresima –
C’è una scena struggente del bellissimo film “Mediterraneo”, proprio verso la fine: il tenente Montini, 40 o 50 anni dopo la guerra, torna sull’isola greca dove era stato dimenticato assieme ad altri soldati italiani. Lì, in una Cappella, aveva dipinto anche i suoi soldati. Lo ritrova quel posto e, tra le pareti scrostate, ritrova anche i suoi ragazzi di allora e si chiede, e chiede al Cielo: <Dove siete finiti tutti?>.
Ecco, in questi giorni – che ovviamente non sono di guerra. Che comunque di sicuro rivedremo i nostri cari, amici compresi, che dopotutto stanno ad un palmo di naso da noi – è quella scena che mi torna spesso in mente.
<Dove siete finiti tutti?> lo chiedo anche agli amici delle piccole cose (un caffè, una partita, una chiacchierata), ai parenti forse mai troppo “visitati”, ai colleghi e agli ex colleghi. Vi prego, non finite anche voi sui muri scrostati di un vecchio dipinto: ho paura che non saprei come riconoscervi.
Incominciamento
di questa Quaresima –
Giovedì Santo, Venerdì Santo, Sabato Santo…: la Settimana Santa la identifichiamo spesso solo con queste giornate. E poi la Pasqua. Eppure tutto ha inizio con la giornata di oggi, Lunedì Santo. E’ l’incominciamento, quell’inizio senza il quale la pietra resterebbe sul sepolcro. E sui nostri cuori.
Chiesa domestica
di questa Quaresima –
<La famiglia è una piccola chiesa domestica>. Quante volte, noi che bazzicchiamo di “cose di chiesa”, ripetiamo questa frase. Talvolta verso altri, spesso per convincere noi stessi che è ancora così. Era una delle mie frasi-spiegazioni preferite quando facevo il catechista, ma era facile: succedeva trent’anni fa, e allora c’era davvero questo senso della famiglia e parlavi a bambini che a casa avevano papà e mamma (uomo e donna, come Dio li creò), due o più fratelli, spesso i nonni sotto lo stesso tetto. Adesso divorzi, separazioni, convivenze effimere, figli unici.
Che nostalgia di quella piccola chiesa… Oggi però, davanti alla tv per la Messa, ci siamo riuniti come famiglia: è stato bello, carico di silenzio complice. Una piccolissima chiesa, ma ancora con tanto da dire e, forse, da dare.