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SBUFFA LA MALINCONIA

SBUFFA LA MALINCONIA (perché anche ad Atene ogni tanto piove)

 

Non so

di questi giorni

il destino.

 

L’anima arroventata

scalda poco

nel gelo del cuore.

 

Sbuffi di malinconia

lieve, poggiata su pesanti cornici

di tutta una vita disadorna

(unica amica, la malinconia,

a mandare messaggi

senza nulla tacere e temere).

 

E vuote le tasche

di pensieri,

già riempite di sogni

inutili

(quelli poi, i sogni,

ammaliano facce tristi

e triti propositi).

 

Questa è un’altra poesia.

E non sa

di questi giorni

il destino

La Croce (come una preghiera)

La Croce

prova a raddrizzare

il legno storto che ho dentro,

di uomo e solo uomo.

 

Sotto la tua Croce, cantavano

quei giovani che mai ho incontrato

nei passi confusi,

di uomo e solo uomo.

 

Sta ferma, mentre il mondo gira:

la Croce. Ho letto

su un muro, preghiera inespressa,

di uomo e solo uomo.

 

Tu, o Croce,

prova a raddrizzare

ogni cosa.

E poi a soddisfare

fame e sete

di uomo, non più solo uomo.

(gennaio 2019)

Davanti alla tomba

 

Sghembi

petali di margherita,

ammiccanti primavere

di giochi e risate:

non vi prendo,

che tanto l’amo lo stesso

 

E che ci fate

in questo luogo di fornaci

che accendono ricordi?

 

Togliete il disturbo

da un prato ansimante

rabbie e dolori

 

e comunque  un vento,

forte di malinconie

e più odoroso di inutile corolla,

presto verrà a spargervi:

non vi prendo,

che tanto i fiori mai ha amato.

Prossima fermata, la vita

 


stavolta sferraglia la vita.

Perso di sogni,/e ricordi partiti pure loro,/penso di avermi. 

 


ogni volta mi rincorre la vita.

Prego di giorno,/e speranza che chiama carità,/nego la notte.

 

qualche volta mi scappa la vita.

Canto di anni stonati,/e malinconie ferme nel cuore,/conto i giorni che verranno.

Guardato dalla Croce

Non so

cosa diremo alle pietre scagliate

da chi peccati non ne ha

Non riesco a capire

come quel cammello possa passare

attraverso la cruna di un ago

Non ho mai gettato un amo

né mi sono fatto pescatore di uomini

La Croce, però, mi guarda e sta ferma

mentre tutto il mondo gira.

Ridere di malinconia

 

(a Lampione e a tutte le isole disabitate)

La sera trascina malinconie,

pezzi di carta

su quelle

che sono state le vite mie.

 

Diario di bordo strappato,

casa di vetro

su questo

che è barlume di vita cercato.

 

Allora dirò poesie al vivere,

quieto pensare

su quelle e questo.

Che è un po’ come ridere.

 

(Settembre 2018)

SILENZI IN VIAGGIO

Quanti sguardi

stringono i silenzi:

per parlare (un po’

sognare, dire e non dire)

dovrei trovarti:

allora viaggio (è il

viaggiatore che fa il viaggio)

fino all’estremo

del mio corpo

(dove i piedi corrono)

fino allo stremo

d’un sentimento

cullato invano

(da piccolo nessuno mi cullava).