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Quei tanti Pellissier. Come Ignazio Abate

Ieri al Tg5 è passato un servizio – di lacrime e colore – sugli addii al calcio o comunque alle squadre dove s’è giocato per anni, per decenni: De Rossi, Barzagli, anche Pellissier del Chievo, ovvero l’attaccante che con i suoi gol – ma ancor prima con l’attaccamento alla maglia per quasi 20 stagioni – ha fatto diventare un quartiere di Verona una realtà del calcio che conta.

E’ però mancato un riferimento ad Ignazio Abate, che pure domenica scorsa ha giocato a San Siro l’ultima con la maglia del Milan in quello stadio. E lacrime, e cori dei tifosi, com’è giusto che fosse.

Non ho sotto mano le statistiche, ma credo che Abate abbia vinto più di Pellissier. E comunque non è questo quello che conta. Perché continuiamo ad innamorarci del calcio proprio perché giocano tanti Pellissier. Come Ignazio Abate.

 

Gattuso, davvero un Mister

I SIGNORI DEL CALCIO – Gennaro Gattuso

Il Frosinone va a San Siro già retrocesso, il Milan si gioca un posto in Champions. Il Frosinone gioca molto bene, nel secondo tempo “rischia” anche di passare in vantaggio, ma Donnarumma para un rigore. Poi il Milan vince 2-0 ma soffre.

Al termine, un altro allenatore avrebbe bofonchiato, del tipo: “Ma questi cosa volevano? Ma perché se la sono giocata?…”.

Gennaro Gattuso no: lui  ha fatto i complimenti al Frosinone per essersela giocata, perché lo sport è così, è questo.

Gennaro Gattuso, il Mister, un signore per davvero, che in Grecia dava i soldi ai giocatori senza stipendio da mesi; che con il Pisa in trasferta non si vergognava di andare anche in alberghi a una stella, con il club in grosse difficoltà economiche.

Gattuso, uno da Champions. Comunque.

 

Quelli in croce sono altri, mica Ronaldo

I cristiani in croce sono quelli che vengono davvero crocifissi a motivo della loro fede, e ce ne sono a migliaia in tutto il mondo, ancora oggi e sempre di più.

E’ Asia Bibi, la mamma da 3.400 giorni in carcere in Pakistan perché cristiana e che ora rischia la condanna a morte.

E’ il “povero Cristo” senza la dignità di un lavoro e che non ce la fa a portare a casa neppure il necessario per un pasto al giorno, che non può regalare una rosa alla moglie o un giocattolo ai bambini neppure a Natale.

Lasciate perdere questi infantili giochi di parole, soprattutto se ritagliati su un signore non certo un preclaro esempio di moralità. E che grosso modo credo sappia come mettere insieme il pranzo con la cena.