Il Frosinone, al suo terzo campionato in A, riparte dalla voglia del tecnico Eusebio Di Francesco («ma non chiamatela rivincita»), dai tre “comandamenti” del presidente Maurizio Stirpe e dalla lungimiranza del direttore Guido Angelozzi per vincere quella Champions che in Ciociaria si chiama salvezza. Oggi ne scrivo su Avvenire.
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Altro che meteora: Frosinone torna nel Paradiso del calcio
La favola di Kujabi: da un barcone al calcio professionistico
Arrivato a 17 anni su un barcone, approdato in Sicilia e da qui in Sardegna, Kalifa Kujabi – originario del Gambia – ha poi conosciuto un’altra odissea, questa volta burocratica. Ma ora finalmente è cittadino italiano e giocatore del Frosinone, società che lo ha atteso e “coccolato” a lungo. Oggi ne scrivo su Avvenire
Allo stadio, per far “vincere” anche l’ambiente
Anche uno stadio può aiutare l’ambiente: succede a Frosinone, dove il club calcistico ha deciso di far diventare interamente green il “Benito Stirpe”, gioiellino da 16mila posti al coperto. E così la società del patron Maurizio Stirpe si conferma “capolista” non solo sul campo, ma anche in un calcio proiettato verso il futuro. Oggi su Avvenire.
Colpo Grosso del Frosinone
Dopo due campionati in A e tanti altri al vertice della B, prosegue la favola del Frosinone del patron Maurizio Stirpe, ora di nuovo in testa al campionato cadetto e unica squafdra europea, assieme al Barcellona, a non aver subìto gol in casa. Una serie di successi con la firma e il lavoro del mister Fabio Grosso. Oggi su Avvenire.
Calciatrici ucraine salvate da altre donne
Il grande cuore dei calciatori ucraini in Italia
Tutte le strade della pallamano portano a Conversano
L’Italia batte la Svizzera. E dagli ad insultare Vaticano, preti e suore…
L’Italia batte la Svizzera, evviva, alè-oo, poo-po-po-poo. E ci stanno gli sfottò agli avversari perché da che mondo è mondo, e calcio è calcio, funziona così: è il football, bellezza, e tu non puoi farci niente.
E allora, via a trovare tutti i simboli elvetici per sfotticchiarli un po’. Io avrei pensato agli orologi a cucù, alla puntualità dei treni, al cioccolato ovviamente, al formaggio con i buchi, financo al segreto bancario, fino alla bellissima Michelle Hunziker, chiedendole magari di scegliere tra me e Chiellini, il che per una volta tanto mi consentirebbe di vincere dal punto di vista estetico. Ma si sa: de gustibus non est disputandum.
E invece sui social da ieri sera leggo tanti sfottò soprattutto con l’appendice delle guardie svizzere, il che potrebbe anche starci (fermo restando che a me stanno simpaticissime e prestano un grande servigio al Papa).
Solo che poi, in questi sfottò, la maggioranza degli asociali socializzanti trascende… e allora giù offese (eufemismo) anche al Vaticano – che una nazionale di calcio neppure ce l’ha – e su su fino al povero papa Francesco, che peraltro fa notoriamente il tifo per l’Argentina. E mettendo nel calderone – perché all’imbecillità non c’è mai fine – preti, suore, 8xmille, catechismo, sagrestani, pie donne, ricchi premi e cotillons.
Naturalmente simili castronerie non scandalizzano nessuno, o quasi. E ovviamente gli stessi leoni da tastiera non scriveranno un fico secco su… appendici religiose quando ai Mondiali l’Italia batterà, che so, l’Arabia Saudita. Magari con un gol di uno svizzero naturalizzato italiano.