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Igor Traboni - Giornalista per passione (e un po' anche per necessità)

Avvento/5 – PROSPETTIVA

Amo la fotografia come Arte da ammirare, anche se non so fare foto, neppure col telefonino, come dimostra questa del Cupolone. Da quel che vedo sui social, però, siamo in tanti a non saper fare foto… Probabilmente ci manca una giusta prospettiva. E, da quel che leggo, a farci difetto è soprattutto la prospettiva dell’Amore, nel grande scatto della Vita.

Parole d’Avvento/ 3 – STRADA

Tante canzoni di musica leggera hanno in realtà dei versi niente affatto… leggeri. Prendiamo “Strada facendo”, tra le più conosciute di Claudio Baglioni, con quel ritornello. “Strada facendo troverai/anche tu/un gancio in mezzo al cielo”.

Penso che avrebbe potuto intitolarsi benissimo “Anche tu”, perché sta lì proprio a dirci che anche tu, anche io, ognuno di noi, ha un gancio in mezzo al cielo. Basta alzare lo sguardo dalla strada: almeno una volta non andremo a sbattere, anzi…

Parole d’Avvento/2 – BUIO

Può sembrare una banalità, ma la luce serve per illuminare laddove è buio. O c’è il buio. Anche nel caso di buio pesto, basta una semplice candela per illuminare. Se poi le candele sono tante, magari oltre alla luce ci scappa anche una preghiera, un pensiero buono, un saluto, una telefonata o un messaggio whatsapp all’amico solo…

Igor Traboni

Parole d’Avvento/1 – ABBRACCIO

Di Giulia, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato Filippo, ci sono soprattutto due foto, struggenti e bellissime: in una abbraccia un albero, simbolo della vita; nell’altra abbraccia la mamma, donna che dà la Vita. La mamma di Giulia, malata, morirà qualche tempo dopo questa foto. E, scusate, ma purtroppo sono un po’ “esperto” di segni della malattia tano che nel viso della mamma di Giulia li (ri)vedo tutti quanti quei segni. Forse è anche per questo, per trattenere ancora un po’ di quella Vita, che Giulia l’abbraccia forte forte. E si abbracciano forte forte, fino quasi a stritolarsi l’una con l’altra, l’una dentro l’altra. Con una tenerezza infinita.

In questa foto, che ora ho deciso di conservare nel mio telefonino come fosse di famiglia, rivedo l’abbraccio, gli abbracci, di mio figlio a sua madre – mia moglie  – malata. Loro due si sono sempre abbracciati col cuore e con lo sguardo: bastava si guardassero negli occhi per capirsi, senza tante parole. Poi, sul letto della malattia, ha preso anche ad abbracciarla, letteralmente. E a chiamarla “mammina”, come mai aveva fatto prima.

Ecco, penso che ognuno di noi vorrebbe vivere, e morire, con un abbraccio. Come la mamma di Giulia. Forse come Giulia stessa che – ma non entro nel merito della vicenda – quando Filippo la uccideva, magari avrà anche pensato che un giorno invece l’abbracciava. Perché ogni amore ha un abbraccio, altrimenti non è più Amore

(e in questo Avvento, perché no?, regaliamo un abbraccio. Magari Colui che nascerà a Natale ne sarà contento).

Igor Traboni

“Bambini farfalla” senza più speranze? Il Centro di ricerche di Modena verso la chiusura

A fine mese rischia di chiudere il Centro di medicina rigenerativa di Modena, che da anni conduce ricerche con ottimi risultati su alcune malattie rare. Una notizia tremenda per i “bambini farfalla”, soprattutto giovani, e per altre persone colpite da malattie rare. Oggi su Avvenire, con l’ulteriore disperato appello dell’associazione di volontari “Le ali di Camilla”.

Campagna social: #salviamolamedicinarigenerativadimodena