Neanche un fiore…

L’altra sera nella mia città hanno ucciso un giovane, con un colpo di pistola. Ieri mattina e poi ancora stamane sono passato davanti al luogo dell’omicidio, non per pruderie (di morti, anche ammazzati, ne ho visti abbastanza soprattutto agli inizi della mia professione) ma perché su una strada principale. Mi ha colpito, sia ieri che stamane, il fatto che non c’è neppure un fiore dove quel giovane è morto. E non faccio altro che pensarci: ma cosa siamo diventati – e io per primo, perché neanche io l’ho portato un fiore – se non ci muove neppure la pietà umana per un giovane morto ammazzato? Cosa siamo diventati se ci mettiamo a distinguere (probabilmente è così, non facciamo gli ipocriti) morti di serie A e di serie B, italiani e no, bravi ragazzi e forse no? Nessuna mano pietosa ha poggiato un fiore. Neppure la mia.
Dicono, ed è vero, che certe volte uccidono di più anche le parole, quelle dette e non dette. Ma sarebbe anche il caso di aggiungere che “uccidono” anche i fiori che nessuno lascia dove un giovane è morto ammazzato.

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