Di Giulia, la ragazza uccisa dall’ex fidanzato Filippo, ci sono soprattutto due foto, struggenti e bellissime: in una abbraccia un albero, simbolo della vita; nell’altra abbraccia la mamma, donna che dà la Vita. La mamma di Giulia, malata, morirà qualche tempo dopo questa foto. E, scusate, ma purtroppo sono un po’ “esperto” di segni della malattia tano che nel viso della mamma di Giulia li (ri)vedo tutti quanti quei segni. Forse è anche per questo, per trattenere ancora un po’ di quella Vita, che Giulia l’abbraccia forte forte. E si abbracciano forte forte, fino quasi a stritolarsi l’una con l’altra, l’una dentro l’altra. Con una tenerezza infinita.
In questa foto, che ora ho deciso di conservare nel mio telefonino come fosse di famiglia, rivedo l’abbraccio, gli abbracci, di mio figlio a sua madre – mia moglie – malata. Loro due si sono sempre abbracciati col cuore e con lo sguardo: bastava si guardassero negli occhi per capirsi, senza tante parole. Poi, sul letto della malattia, ha preso anche ad abbracciarla, letteralmente. E a chiamarla “mammina”, come mai aveva fatto prima.
Ecco, penso che ognuno di noi vorrebbe vivere, e morire, con un abbraccio. Come la mamma di Giulia. Forse come Giulia stessa che – ma non entro nel merito della vicenda – quando Filippo la uccideva, magari avrà anche pensato che un giorno invece l’abbracciava. Perché ogni amore ha un abbraccio, altrimenti non è più Amore
(e in questo Avvento, perché no?, regaliamo un abbraccio. Magari Colui che nascerà a Natale ne sarà contento).
Igor Traboni