Avvento/18 – Quel Rosario nel traffico

In mezzo al traffico, lo sappiamo tutti, diventiamo irascibili e non ci controlliamo tra parolacce e clacson. Però una volta, fermo da 20 minuti in piazza San Giovanni a Roma, i due signori – un uomo e una donna di mezza età – nell’utilitaria accanto alla mia, hanno tirato fuori un Rosario e si sono messi a pregare, calmi e rilassati.  Avrei dovuto abbassare il finestrino e mettermi a pregare con loro, ma il mio clacson ha avuto la meglio.

Avvento/14 – La terza candela

Dicono che il 3 sia il numero perfetto ed in effetti qualcosa ricorre: il terzo figlio, ad esempio, visto che oramai non se ne fanno più, è un miracolo; la terza, intesa come marcia delle automobili, è invece il viatico necessario tra l’andar piano e il correre. Ma qui ci interessa soprattutto questa giornata,  terza domenica di Avvento e terza candela accesa… sperando vi sia davvero più luce ad illuminare menti, occhi ma soprattutto i cuori.

Avvento/13 – Lo sguardo che abbassiamo

Lo sguardo è “la parte del corpo” forse più importante: quando abbiamo vergogna, è lo sguardo che abbassiamo. Io da ragazzino lo facevo per nascondere il viso brufoloso: ora, da grande, abbasso spesso lo sguardo del cuore per non far vedere le mancanze. Oppure per non vedere, e basta.

Eppure uno sguardo, ripieno di un bel sorriso, è quella medicina che può far bene a chi è malato di solitudine. Servirebbero delle scuole  – con la Madonna come unica docente –  per insegnare come si (s)guarda. Oppure fermarsi, in ginocchio, davanti ad un Crocifisso che ti guarda.

Avvento/12 – Puzzle (della vita)

Non mi sono mai piaciuti granché i puzzle e da piccolo non riuscivo neppure a farli: perdevo subito la pazienza e andavo su giochi più veloci e di movimento, dal pallone alla bicicletta. Da adulto un po’ ho imparato a farli, complice anche le “dritte” di mio figlio, ma perdo ancora la pazienza quando le tessere – del cielo, del mare, dei prati – mi sembrano tutte uguali. E un po’ come succede con le tessere della vita: pazienti per quelle che contano poco o niente, ma poi perdiamo la pazienza se tocca aspettare una moglie, stare al telefono con un amico, pulire la bocca ad un anziano dopo che ha impiegato un quarto d’ora per due cucchiai di minestra. Figuriamoci poi avere la pazienza di aspettare Colui che deve nascere.

 

Avvento/11 – La cornice

Come tanti farisei, siamo sempre e solo interessati alla cornice, più che al contenuto. Certo, la cornice del cuore è l’uomo. Ma se il cuore non batte forte, puoi mettere tutti gli orpelli che vuoi, incorniciare e infiocchettare a dovere, presentarti lindo e pinto, ma poi… il cuore batte poco, quasi per niente. Ecco, se ci fosse una preghiera anche per questo, chiederei al Signore ti togliere un po’ di inutili cornici.