No, questa non è satira (ma cosa siamo diventati?)

Quella che vedete è una vignetta che appare sulla prima pagina del “Fatto quotidiano” di oggi, con l’invito – neppure tanto sottinteso – a sputare su Renzi. I miei 2 o 3 amici sanno che non ho particolare simpatia politica per Renzi, ma il rispetto umano è un’altra cosa, così come il rispetto dovuto a chi in questo leader e nelle sue idee crede. Se invitiamo a sputare su qualcuno, temo che non ne usciremo mai e, anzi, diventeremo ancora più cattivi di quello che già siamo diventati. Tra l’altro, questo “invito” arriva da un giornale vicino a un movimento politico che purtroppo (e lo dico sinceramente per tanti amici che pure ci hanno creduto) sta esasperando questo tutti contro tutti. Io ovviamente non posso dar lezioni ad alcuno, figuriamoci, tanto meno di giornalismo. Però mi auguro che al Fatto (che qualcosa di nuovo e positivo ha portato al giornalismo italiano, come il mio ottimo ex direttore Guido Paglia mi ha fatto capire) prendano le distanze da questa vignetta. Non posso credere che grandi Giornalisti come Furio Colombo avallino questa pubblicazione.

Indimenticabili quegli orrori

Oltre cinquantamila studenti collegati questa mattina con il Centro Asteria di Milano per il Giorno della Memoria, tra testimonianze , uno spettacolo teatrale, domande e risposte. Il mio articolo sull’Osservatore Romano a questo link:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-01/quo-022/quegli-orrori-che-non-si-possono-dimenticare.html

Abbracciando un’altra Africa

Dopo 15 anni di missione in Africa, padre Carmelo Giannone è arrivato tra la gente e le casette di Accumoli, paese devastato dal terremoto del 2016. Un’altra realtà di emergenza e sofferenza, con la speranza di ridonare la forza di vivere a chi con il sisma ha perso tutto. Oggi sull’Osservatore Romano, nell’inserto “Religio”.

Qui il link per leggere l’articolo:

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-01/quo-021/abbracciando-un-altra-africa.html

LE ISOLE D’INVERNO

Neve a Ventotene – Foto Antonio Santomauro, ansa.it

Ora, d’inverno,

le mie isole

stanno affogate

nei ricordi.

Pallidi i raggi

e accese le malinconie,

e sbuffano i pochi viaggiatori

del deserto mare:

li vorrei ancora vocianti

a rincorrere bambini da spiaggia

e silenzi post prandiali.

Le mie isole

stanno accartocciate

sotto lune di improvviso chiarore,

a randellare speranze

per noi, gabbiani che non ritroveremo

la stessa terra mai ferma.

Queste mie isole

cercano il vento che tremare fa

un amore.

E tutti gli amori estivi

cambiano stagione

e si fanno stagione infinita

(della vita)

ora, in inverno, sulle mie isole.