Dammi notti che conoscano ancora
il giorno.
Notti attraversate dal suo respiro,
sempre uguale eppure così diverso.
Notti di sogni da raccontare
quando quel giorno è già avanti
e spesso mancano parole
(i sogni invece non mancano mai).
Notti finite, nell’infinito del suo sguardo
e poi notti di luna piena, nel vuoto attorno
che solo lei riempie.
Notti di guanciali sfatti, col capo che riposa
su pensieri odorosi di vita.
Di queste altre notti, invece,
ho paura:
nel grande letto una piazza sola
ha il mio corpo, e non basta,
perché ho il respiro corto,
i sogni si fanno incubi,
(e il buio resta)
e neanche la luna
ha pietà della solitudine del finito
se tu non t’addormenti con me.
commuovente…sigh