Il caso dei genitori con figli autistici rifiutati ad un cenone, la protesta di quanti ogni giorno vivono con questi ragazzi meravigliosi e il sindaco di Ferentino che stigmatizza: oggi su Avvenire.
Archivi del mese: dicembre 2019
Il calcio nel tunnel delle crisi
Il presepe parla
<La mangiatoia (dal latino “praesepium”) ha dato il nome a tutto il presepe, è un elemento non trascurabile. Fa da culla a Gesù e lo presenta al mondo. Sembra un testimone silenzioso del Mistero, ma parla…>. Così il vescovo Lorenzo Loppa nella sua “Lettera di Natale” e aggiungendo subito dopo quello che a lui suggerisce questa visione.
Proviamo ad estendere questo invito ad ognuno di noi: cosa ci dice il presepe? Cosa sentiamo, cosa vediamo davanti a quella mangiatoia che non a caso papa Francesco, nella sua recente visita a Greccio, ha invitato a fare in ogni casa, in ogni luogo? Basterebbe rispondere per trovare il vero senso del Natale, per accostarsi alla mangiatoia con cuore sincero, perché, e sono ancora parole del vescovo Loppa <per incontrare un Dio che s’è fatto piccolo bisogna chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli>.
Questo Natale, inutile nascondersi dietro un dito, arriva in un momento per niente facile del vivere quotidiano. Prendiamo la nostra terra: il lavoro che non c’è, i giovani che vanno via, i disastri ambientali… Anche per questo, soprattutto per questo, c’è allora bisogno di fare un po’ di silenzio. Perché a “parlare” non siano le nostre angustie quotidiane, le maldicenze, le cattiverie dell’uno contro l’altro. E neppure lo scoramento davanti a tutto quello che non va o, peggio ancora, l’apatia “perché tanto non cambia niente”. E allora: che a parlare sia la mangiatoia. Chissà quante cose ha da dirci…
Il vento della notte di Natale
Stavolta c’è un vento strano:
porta le note di un carillon
e regala il sonno di bambini
a chi dorme da anni.
E altri bambini
hanno lasciato un foglietto
come usava un tempo:
“ai nostri nonni”;
ma il vento questo non lo strappa,
piuttosto sigillo al marmo freddo
di una notte calda.
* * *
Il nostro era il Natale
della letterina sotto al piatto
e della lenta attesa della scoperta;
adesso accelero i passi verso l’uscita,
tra mille altri sepolcri che paiono uno solo:
il vento della nostalgia mi tiene comunque caldo
in questa notte fredda.
(Natale 2019, al cimitero)