La suora è giovane, timidissima. Accoglie i visitatori delle “Passeggiate alatrensi” poco oltre il portone (nella foto) del monastero delle Benedettine, nel centro di Alatri. Poco più in là c’è un altro portone, quello della clausura, e di certo questa giovane monaca avrà avuto il permesso per star lì.
Offre con timidezza i dolci ai visitatori che entrano per ammirare il chiostro. In realtà è già mattina tardi e i dolci sono praticamente tutti finiti: “Aspetti, forse ne abbiamo ancora un pacchetto di là”. Torna subito dopo, sempre timidissima: “Mi spiace, sono finiti tutti, proprio tutti. Però abbiamo ancora queste ciambelle. Le abbiamo preparate fino a ieri sera, non immaginate quanta fatica”.
Prendiamo il pacchetto, lasciamo l’offerta e la giovane religiosa è ancora più timida nell’accettare quei soldi (pochi, ma comunque essenziali per la vita del convento) e addirittura le compare un velo di rossore sul viso quando le diciamo che per il piccolo resto può lasciar stare, accetti anche quello come offerta. Il suo sorriso nel salutare vale molto di più di mille “grazie”.
Fuori, percorriamo appena pochi metri ma non resistiamo: la prima ciambella la mangiamo subito. E’ profumatissima, delicata, di un gusto mai sentito prima: sarà quel gusto della Fede autentica, di quella preghiera spesa per tutti noi dalle monache di clausura, in un apparente nascondimento che invece è Vita che esplode, anche nell’impastare ciambelle fino a tardi.