Ieri sono stato ad un convegno sulla santità laicale: figure straordinarie di giovani, di studenti, di mamme, papà e professionisti che hanno santificato il loro vivere, nella quotidianità. Mentre i relatori parlavano, a me ogni tanto (spesso…) tornava in mente la figura del mio amico Gianni Astrei, a 10 anni esatti dalla nascita al Cielo. E pensavo: la santità della porta accanto, come dice papa Francesco, è proprio quella che ha vissuto Gianni. Sposo e padre esemplare, professionista come pochi altri, a me aveva fatto il dono dell’Amicizia. E solo lui sapeva donarla, senza nulla chiedere e tanto meno pretendere.
Per un periodo – purtroppo breve ma davvero intenso – ci siamo frequentati, tra la preparazione del primo Fiuggi Family Festival e la presentazione di alcuni libri. Ma era nei momenti “ordinari” che Gianni lasciava esplodere tutto il Bene che aveva dentro: se gli chiedevi un consiglio sui rapporti con tuo figlio, lui c’era; per un’emergenza lavorativa, sapeva come aiutarti; perfino in vista di una consultazione elettorale – lui che della Politica aveva fatto davvero un Servizio – riusciva a trovare la direzione giusta. La bussola che aveva, d’altro canto, era quella dell’Amore, la sola che non smarrisce mai la strada.
Potrei raccontare decine di episodi, ma il groppo in gola, ancora oggi, 10 anni dopo, è di quelli che non ti fanno andare avanti. E comunque, l’immagine che più mi torna in mente è quella che non ho visto, ma che sento vicina più di ogni altra: mi hanno raccontato che, mentre giaceva in fondo a quel crepaccio, con le ultime forze che gli restavano, Gianni chiese ad un parente, al telefonino, di recitare insieme il Rosario: nella tristezza, mi consola il fatto che sarà entrato in Paradiso accompagnato direttamente dalla Madre Celeste.