Per via della mia deliziosa mania di leggere e collezionare libri sui libri (anche se da ultimo il collezionismo in questione sta andando a farsi friggere vista la galoppante crisi economica, con il ripiegamento sulle biblioteche pubbliche, peraltro luoghi adorabili per la cura amorevole di chi vi lavora) mi sono lasciato ovviamente attrarre da questo titolo “La vita inizia quando trovi il libro giusto”.
Titolo bellissimo, anche se quello originale è “The book Ninja”. Scritto dalle australiane Ali Berg e Michelle Kalus (anticipo una critica: addirittura quattro mani di scrittura quando ne bastava sì e no mezza) e pubblicato in Italia da Garzanti, il libro è un romanzone di 300 pagine con poco capo e pochissima coda. Nel senso che, una volta terminata la lettura, ti resta poco, praticamente niente.
In breve la trama: una delle protagoniste lascia libri sui mezzi pubblici e chi li trova poi scrive alla sua mail, i due poi si vedono e i resoconti degli incontri finiscono sul blog della fanciulla. Quest’ultima, inoltre, gestisce una libreria con un’amica. Ce ne sarebbe di che scrivere di libri e sui libri, ma in realtà gran parte del romanzone è occupato dalla storia d’amore della signorina, con un giovanotto che peraltro legge libri rosa e per ragazzi, e dunque non sarebbe il suo tipo; l’altra parte del romanzo è occupato dalle paturnie della socia della libreria, che impiega il tempo della dolce attesa a cornificare il marito mentre questi (ma dove l’avrà trovato?) sferruzza tutto il giorno per preparare maglioni per gli amici e copertine per gli animali degli amici. Di tanto in tanto, emerge qualche spaccato dell’Australia, terra che ci piacerebbe davvero conoscere meglio, ma questo libro proprio non aiuta nell’intrapresa, se non per l’informazione che ne ricaviamo che anche laggiù piaccono i libri di Elena Ferrante (e forse neppure questo è un bene, ma qui il discorso ci porterebbe lontano).
Ovviamente nel risvolto di copertina si parla di <caso editoriale> in ogni dove del mondo. Dove però forse il libro in questione mica l’avranno letto sul serio, perché i <casi editoriali> sono ben altri.
Per trovare una cosa decente, bisogna arrivare a pagina 308, la terz’ultima del libro, nei ringraziamenti finali di prassi: qui Ali Berg, una delle autrici, ringrazia il papà John e scrive così: <crescere in una casa piena dei tuoi libri di ogni genere, di autori di tutto il mondo, mi ha insegnato fin da ragazzina che una vita senza libri è una vita che non vale la pena di essere vissuta>. Molto bello, almeno questo (e con un consiglio finale non richiesto: continui a leggere libri, e lasci stare di scriverne).