Le storie che prediligo (e che poi preferisco raccontare) sono quelle di persone che hanno una Storia. Questo pensiero mi viene ora, mentre scrivevo – perché infatti ho dovuto smettere per un po’ e buttar giù questo pensiero impellente – di un eremita. Solo gli uomini che hanno una Storia sono colmi di umanità. E io questo eremita (uno di quelli veri, che ha scelto di restare nel mondo, seppur staccandosi un po’ dal mondo, con la forza e il cordone ombelicale della preghiera) sarei stato ad ascoltarlo per ore. E in effetti a lungo – ma non per tutto il tempo che avrei desiderato – sono stato a sentirlo, tanto che di sicuro verrà difficile condensare tutto nelle 5/6mila battute richieste. Il resto lo conservo. E lo affido alla pagina, sempre un po’ bianca per fortuna, dei ricordi del cuore.
(la foto che ho scelto non ha nulla a che fare con l’eremita di cui parlo, ma è quella del santuario sui monti Lussari, sopra Tarvisio: quel giorno che ci sono andato a Messa, ho sentito un grande freddo attorno – eravamo in pratica tra due pareti ghiacciate – ma tanto caldo in fondo al cuore).