(editoriale di ottobre del mensile diocesano “Anagni-Alatri Uno”)
E’ un tempo tutto da vivere quello di ottobre, mese delle missioni. E non a caso papa Francesco lo ha voluto “tempo straordinario di missionarietà”, dando questo titolo, che è tutto un programma, al suo messaggio: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. Le parole del pontefice andrebbero scolpite, soprattutto nei cuori di quanti ritengono che le missioni siano “una cosa d’altri tempi”. E invece, scrive il Papa, <celebrare questo mese ci aiuterà in primo luogo a ritrovare il senso missionario della nostra adesione di fede a Gesù Cristo. La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale ma sempre ecclesiale (…). Una Chiesa in uscita fino agli estremi confini richiede conversione missionaria costante e permanente. Quanti santi, quante donne e uomini di fede ci testimoniano, ci mostrano possibile e praticabile questa apertura illimitata, questa uscita misericordiosa come spinta urgente dell’amore e della sua logica intrinseca di dono, di sacrificio e di gratuità. È un mandato che ci tocca da vicino: io sono sempre una missione; tu sei sempre una missione; ogni battezzata e battezzato è una missione. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da sé stesso, è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita. Ciascuno di noi è una missione nel mondo perché frutto dell’amore di Dio>.
Come Chiesa locale abbiamo il dono di una missionarietà che davvero si mette in movimento e, all’interno di questo giornale, vi proponiamo le storie dei nostri due “fidei donum”, un sacerdote e una laica consacrata. Tante altre sono poi le tracce missionarie che troviamo nelle famiglie religiose sia maschili che femminili, negli esempi di generosità del volontariato laico, nelle adozioni a distanza da parte di molte famiglie, in comunità parrocchiali che sostengono progetti e missionari nel cosiddetto “terzo mondo”. Uno slancio che adesso va però alimentato anche nei giovani, perché ritrovi un po’ di freschezza. D’altro canto, i giovani sono capaci di raccogliere l’invito del Papa: <Chi ama si mette in movimento>. Quei giovani cui il nostro vescovo Lorenzo continua a dedicare un impegno pastorale senza risparmio e che abbiamo di nuovo focalizzato (anche di questo parliamo nel giornale che avete in mano) nell’ultimo convegno diocesano di Fiuggi. Con l’invito a camminare, a metterci in movimento con loro.
(nella foto, alcune bambine della Tanzania ricordano i 50 anni dell’arrivo, su una nave, delle prime suore missionarie delle Adoratrici del Sangue di Cristo)